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Un Terzo settore veneziano determinato ad avere un ruolo da protagonista 11 Novembre 2022

Un Terzo settore veneziano determinato ad avere un ruolo da protagonista ma che allo stesso tempo ha bisogno di supporto e di fare rete per gestire questa difficile fase, caratterizzata da grandi cambiamenti e profondo smarrimento per tanti cittadini che escono da una crisi sanitaria per approdare a una crisi sociale ed economica. Ma anche caratterizzato dalla difficoltà a intercettare le giovani generazioni, che sono totalmente assenti dal 65% delle realtà associative e che cercano “l’attivismo” sociale sotto altre forme.

È quanto emerge, in estrema sintesi, dalla dettagliata ricerca "Gli enti del Terzo Settore della Città Metropolitana di Venezia: analisi dei bisogni e possibili obiettivi strategici" promossa nel corso del 2022 dal Centro di Servizio per il Volontariato di Venezia, in qualità di agenzia di sviluppo del territorio, con l’obiettivo di mappare i bisogni e le criticità degli enti veneziani.



Se l’indagine dei bisogni rappresenta un procedimento “fondamentale e propedeutico per la fase di programmazione delle attività dei CSV”, come è stato definito dalla Fondazione ONC, (organismo nazionale che, in attuazione di quanto previsto dal Codice del Terzo settore, svolge funzioni di indirizzo e di controllo dei CSV), per il Cavv - Csv di Venezia ha rappresentato una necessità e una urgenza. Dal rapporto costante con le realtà associative e in generale del terzo settore emergeva in modo dirompente la fotografia di un territorio che sta cambiando e quindi il bisogno di identificare i nuovi fabbisogni del Terzo Settore e dei territori della città metropolitana di Venezia ai quali vengono forniti servizi.

Motivo per cui il Csv, che ogni anno faceva una sorta di indagine all’interno della sua rete per progettare, ha deciso di fare un passo in più avvalendosi della collaborazione di Fondazione Leone Moressa, istituto di ricerca creato e sostenuto dalla CGIA di Mestre e della sua esperienza nel campo dell’indagine e del sociale.

“Per un’agenzia di sviluppo come il Cavv-Csv di Venezia è fondamentale avere un quadro reale della situazione, dei bisogni e delle criticità segnalate dal Terzo settore e dal territorio della città metropolitana – commenta la direttrice del Cavv-Csv di Venezia, Ketty Poles -, per definire i propri obiettivi strategici e la programmazione ma anche per dialogare con i partner in ottica di coprogettazione di servizi e risposte. Questa analisi ci dà una fotografia delle emergenze attuali e ci permette di stabilire quali siano gli strumenti adatti per affrontarle, destinando le risorse economiche in attività e progetti mirati. Con questi dati vogliamo ora dialogare non solo con il volontariato e le categorie fragili che sono le beneficiarie delle nostre proposte ma anche con i sindaci, le associazioni di categoria, le aziende sanitarie che sono state invitate alla presentazione dello studio, e poi con i privati e le aziende che spesso sono attente a questo tipo di bisogni. Grazie alla collaborazione con la Cgia, poi, in futuro potremo riproporre la stessa ricerca a livello nazionale per allargare il raggio d’azione su un livello superiore. La risposta che il centro di servizio può dare, trasformando questi dati in servizi, è tanto più efficace quanto si riesce a collaborare con le istituzioni”.



IL PROGETTO
Grazie alla collaborazione tra Cavv Csv di Venezia e la Cgia, che ha mosso i primi passi alla fine dello scorso anno, è stato elaborata un’accurata indagine per la lettura dei fabbisogni del Terzo Settore e dei territori della Città Metropolitana di Venezia.
 Il questionario, in forma on-line e gestito tramite piattaforma CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) è stato inviato a circa 4.500 Enti della Città Metropolitana, tra i quali Organizzazioni di Volontariato (OdV), Associazioni di Promozione Sociale (APS), Enti filantropici, Reti associative, Società di mutuo soccorso, Imprese sociali (incluse Cooperative sociali), Fondazioni e altre tipologie di Associazioni.

L’indagine prevede innanzitutto una sezione che offrirà un quadro del mondo del volontariato e del terzo settore: agli Ets, tra le varie domande, è stato chiesto infatti di fornire i dettagli sull’andamento del numero di volontari, divisi per genere ed età, ma anche sulle modalità di comunicazione delle loro attività, sulle tipologie di attività e sui beneficiari e il bacino di utenza medio.

Il questionario entra poi nel vivo con specifici approfondimenti sui cambiamenti e i bisogni emersi negli ultimi anni, nel territorio, e su come è cambiata la comunità alla quale le associazioni e gli enti del terzo settore fanno riferimento, per poi proseguire con un’indagine sulla collaborazione tra le associazioni e le istituzioni o con gli attori del profit e del non profit, per capire dove la rete sia carente e dove possa essere invece utile lavorare per creare nuove sinergie.

In conclusione, le ultime domande indagano sulle prospettive future delle associazioni.

“Dai risultati - aggiunge Poles - emerge inoltre come il Centro di Servizio per il Volontariato abbia un ruolo cruciale, non solo nel monitorare e rispondere a tali bisogni in termini di servizi, ma anche nel promuovere vere e proprie strategie di sviluppo del territorio. Questa funzione, in particolare, conferisce al CSV un ruolo di vero e proprio attore dello sviluppo locale del territorio, di fatto già esercitato e ampiamente riconosciuto”.



                                                      


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