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I volontari della sanità vengano vaccinati insieme a medici e personale sanitario 26 Gennaio 2021
Emergenza Covid
CAVV - CSV Venezia: “I volontari della sanità vengano vaccinati insieme a medici e personale sanitario”
 
 
Sono centinaia i volontari veneziani che, quotidianamente, si impegnano nel comparto sociosanitario e assistenziale. 
Un servizio, il loro, assolutamente determinante per tantissime persone in particolar modo in questo anno di emergenza Covid. 
Proprio per l'importanza che questo servizio ricopre e per la consapevolezza che, in assenza della rete del volontariato, molti cittadini subirebbero profondi contraccolpi, il Presidente del CAVV – CSV di Venezia, Mario Morandi, ha scritto, nei giorni scorsi, una lettera all'Assessore Regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin per chiedere che le donne e gli uomini impegnati nel volontariato di sostegno al sistema sanitario, possano essere vaccinati contro il Covid 19 in maniera prioritaria, subito dopo il personale sanitario e ospedaliero.
 
“In queste ore – commenta il Presidente, Mario Morandi – siamo tutti in pena per i ritardi nella fornitura dei vaccini. Stavamo cominciando a vedere la luce dopo un anno così difficile e queste difficoltà rappresentano, certamente, un doccia gelata. Nell'auspicio che i ritardi possano essere ridotti il più possibile e che, al più presto, possa prendere avvio la campagna vaccinale di massa, ho scritto all'Assessore Regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin per portare alla sua attenzione la delicata situazione dei tanti volontari che prestano il proprio servizio in ambito sanitario e ospedaliero. 
 
“Sono – conclude il Presidente - donne e uomini che, ogni giorno, si occupano, per esempio, di trasportare i nostri concittadini a fare una visita o che li aiutano nelle tante incombenze quotidiane legate all'erogazione delle prestazioni sanitarie. Come è evidente, dunque, svolgono, con abnegazione e coraggio, un servizio particolarmente rischioso in termini di contagio sia perché rischiano di ammalarsi o addirittura di essere loro fonte di contagio nonostante i numerosi tamponi ai quali, periodicamente e a spese proprie, si sottopongono. È altrettanto evidente come, in una fase assolutamente emergenziale come è quella che stiamo vivendo, il venir meno di quel tipo di servizio metterebbe a rischio tutta quell'utenza già di per se fragile.” 
 
“Proprio partendo da queste considerazioni – conclude la direttrice Ketty Poles - abbiamo chiesto che questi volontari possano ricevere il vaccino il prima possibile, proprio come i medici e il personale sanitario, considerandoli, a pieno titolo, parte di una battaglia comune. La Regione Veneto, proprio in queste ore, sta valutando la nostra proposta e siamo fiduciosi che possa andare a buon fine.”      
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